Acconsentire o negare (1)

Nella vita, bisogna imparare anche a dire di “no”. Per quanto mi riguarda, è proprio a causa delle cose che mi sono state negate che oggi posso affermare di avere meno problematiche da risolvere rispetto a quante ne avrei avute altrimenti. Quegli episodi mi son rimasti più impressi di quelli in cui ho fatto di testa mia, senza che qualcuno potesse dirmi un “no”. Io me li ricordo tutti, tutti gli sguardi di dissenso, le scuse inventate a cui credevo.
Si potrebbe pensare che essere permissivi sia un aspetto positivo che rende la gente banalmente più “buona”. Invece no, acconsentire sempre a tutto è un errore, un grave errore, è da stupidi piuttosto. Ci si potrebbe persino approfittare di chi ci dice sempre di si. Pensiamo a ciò che facevamo da piccoli, quando uno dei due genitori ci negava qualcosa: provavamo a corrompere l’altro (io qualche volta ci riuscivo).

La libertà non consiste nel non avere ostacoli, non avere “scocciature”, persone che ci impediscono qualcosa. Anzi, è tutto il contrario. La libertà è quella che si trova capendo il motivo per cui quell’azione non la si può compiere e proprio quell’ostacolo, una volta superato, potrà tornarci utile in futuro.


In passato, sono stata troppo permissiva, un po’ lo sono ancora. Lasciare che gli altri facciano quello che vogliono senza obiettare quando invece non ci va bene, a volte, può essere costruttivo per un rapporto, in quanto non ci si deve sempre opporre ovviamente ma, se lo si fa sempre, a lungo andare, l’altro si prende il lusso di sopraffarci e noi magari non ce ne rendiamo nemmeno conto. Spesso accade che, dopo la fine di una relazione o di un’amicizia, facendo il conto dei pro e dei contro, si scoprono elementi come questo.


Io proporrei di mettere il piede a terra, impuntarsi se qualcosa ci è ostica, se non la accettiamo, anche a costo di fare una cattiva impressione. Ve lo sto scrivendo ma non è detto che io stessa ci riesca, quindi voi potreste dirmi che è difficile attuare tutto ciò, che un “no” può far stare male e, insomma, non è del tutto falso questo. Ora, io non vi conosco purtroppo, non ho idea di chi siate o di cosa facciate nella vita ma, se avete un figlio, un parente, un amico che vi chiede qualcosa contro i vostri ideali o vi pone un parere su ciò di cui in futuro potrebbe pentirsi, non abbiate paura di negare. Il “no” può uscire a fatica, dopo tempo, biascicato; tuttavia, se è proprio importante che lo si dica, sforzatevi di farlo.


Tornando a me, io ho sentito talmente tanti “no” da parte dei miei genitori da essermici ormai abituata e mi capita di ricordare più quelli che tutte le volte in cui mi hanno fatto delle concessioni anche grosse dato che è più comune ricordare una cosa che avremmo voluto fare piuttosto che ciò che abbiamo tentato e che magari, diciamocelo, è andata anche male. A me, spesso e volentieri, è sembrato che agli altri fosse facile mettere il famoso piede a terra ma man mano mi sono resa conto che non è proprio così e quindi, ho compreso che dispiaceva anche a loro negare qualcosa ma che era allo stesso tempo essenziale farlo.


Che ne pensate voi? Bisognerebbe dire sempre di “si” o, qualche volta, fermarsi e bloccare l’altra persona momentaneamente? Datemi la vostra risposta come sempre qui sotto e scusatemi per la brevità di questo articolo ma non mi andava di “allungare il brodo” su un concetto su cui non andrebbe aggiunto altro, almeno non secondo me. Ci sentiamo prestissimo, buon proseguimento di giornata a tutti voi!

THE MESS

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36 risposte a "Acconsentire o negare (1)"

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  1. Ciao! 🙋🏻‍♀️ Grazie mille per questo bellissimo articolo,mi sono rivista molto nelle tue parole. Anch’io ho sofferto molto per aver detto sempre sì anche alle richieste più difficili,ero una di quelle persone che dicevano sempre sì per paura di deludere il prossimo,ma avvolte bisogna anche saper dire no,altrimenti si soffre molto di più! 😆

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      1. Già,concordo completamente! 👍👏 avvolte un no può salvare da situazioni difficili! 😃
        Dire troppi sì mi stava rovinando,in particolare quando andavo a scuola,temevo di negare qualcosa per paura dei bulli,ora prima di acconsentire rifletto bene sulla questione effetto-causa,i no fanno crescere! 😊

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      1. Infatti. E’ stato un No ponderato, sofferto, ma che ho molto a cuore: quando avrai imparato a essere autosufficiente, potrò dirti di sì, ma confido sarai tu a negare il contributo! 😛

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  2. Non ho mai conosciuto persone che non abbiano ricevuto dei dolorosi “no”. Certo, qualcuno ne avrà sentiti meno di qualcun altro, resto dell’idea che siano più incisive le negazioni per la formazione del nostro carattere.

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  3. Imparare a dire “NO” all’occorrenza, non solo è opportuno ma vitale. Chi non è capace di dire di no potrebbe trovarsi ad essere gregario nella realizzazione del sogno di un altro, invece che protagonista del proprio.

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  4. essere sempre consenzienti non è decisamente educativo, soprattutto nei confronti dei figli. E’ giusto che comprendano i limiti delle loro azioni, delle loro scelte, anche se spesso una mentalità troppo ostica impedisce agli stessi figli di sviluppare qualità che magari vengono distrutte sul nascere. Io ricordo da ragazzo volevo fare mille cose, alcune per i miei erano tempo perso, per cui molte strade della vita le ho accantonate. Ora col senno di poi penso a quante occasioni avrei potuto avere se avessi seguiti il mio istinto, ma nonostante tutto vivo bene il mio oggi. Sono consapevole dei no che ho subito, ho raggiunto quella pace interiore che mi fa vivere al meglio ogni giorno, ogni minima cosa. La felicità spesso non è nei nostri traguardi, ma nell’umiltà dei nostri sguardi….😉

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  5. Ti rispondo da mamma di 3 figli che ha detto parecchi no, non perchè cattiva, ma perchè amava e ama i suoi figli, ormai uomini, e ha cercato di insegnargli come funziona il mondo e quali sono i limiti che ogni volta dobbiamo imporci di rispettare, sia per rispettare noi stessi, sia per rispettare gli altri … molti no negli anni sono divenuti dei si, proprio perchè loro sono cresciuti ed erano in grado di prendere di volta, in volta le loro decisioni, capire da soli quando si o quando no … quindi i “no” ci vogliono, sono educativi, ma può essere altrettanto educativo, con il passare del tempo e dell’esperienza di vita che i nostri ragazzi acquisiscono, trasformarli in si e lasciare che siano loro a decidere se deve essere no o si e se l’esperienza passata ha funzionato, molto sicuramente, faranno la scelta giusta … altrimenti arriverà l’aiuto da casa 😉

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    1. Grazie per il tuo parere. Io sono ancora una ragazza, come hai letto in precedenza, quindi sono ancora dalla parte di chi li riceve i “no” ma fortunatamente capisco che questi ultimi servono, come già è successo più volte. Quindi, sento di condividere ciò che pensi anche tu. (Non me ne volere se ti do del “lei” ma è più comodo non farlo qui)

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      1. Devi essere forte, può capitare che tuo figlio/a pensi che tu sia cattiva, più cattiva delle mamme dei suoi amici, ma non farti spaventare da questo perchè devi essere il suo punto fermo, lascia che se la prenda per i tuoi no, si calmerà e potrai spiegargli con calma … con i figli è come giocare una partita a scacchi ci vuole tanta pazienza e saper prevedere le loro mosse, siamo stati figli anche noi genitori e, più o meno, quelli che allora erano i nostri desideri e comportamenti, esperienza cui attingere, oggi sono i loro 🙂

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  6. Innanzitutto grazie per essere passata a trovarmi e per il tuo follow che contraccambio immediatamente. Questo tuo spazio lo trovo davvero interessante e ricco di argomenti che amo moltissimo trattare. Poi per quanto riguarda il post la mia risposta è in una semplice frase: “Un no detto al momento giusto può risolvere molte cose… Sempre se abbiamo la giusta convinzione.”.

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  7. Penso che le persone che riescono a dire “no”, gran parte delle volte non si accontentano. Penso che saper dire “no” sia dovuto anche ad un volersi bene. Buonagiornata😊

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  8. Il mio pensiero è che ogni volta che dici “sì” a qualcosa, stai dicendo infiniti “no” a tutto ciò che quell’atto ti sta precludendo. Dire sempre “sì” è un’illusione, “sì” o “no” dipende da ciò a cui hai deciso di dare il fuoco della tua attenzione.

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