La persona errante

Ti riconosco lì nell’ombra, avente quasi paura di venirne fuori, e sussurri. Poi, mi guardi e volti le spalle. Quando credo che tu te ne sia ormai andato, alterando il mio stato d’animo, ti giri nuovamente e mi fissi, come se volessi dirmi qualcosa ma non ci riuscissi, come se non potessi per qualche motivo. Decido allora di fare io il primo passo: mi avvicino a te, volenterosa di scoprire il contenuto dei tuoi pensieri, avanzo passo dopo passo ma sparisci nel nulla all’improvviso.


Ciao a te, seconda altra persona, mi sei sempre stata attorno, eri interessata a me come nessuno mai aveva fatto prima, eri partecipe dei miei successi e dei miei fallimenti, pur sapendo che io non volevo ascoltare niente che non provenisse dalla mia bocca in certi istanti e sapendo anche che, altre volte, ero sempre di fretta senza alcuna ragione. Così, il tempo scorreva ma tu per me eri un’estranea: su di te era proiettato il mio essere, le reazioni a delle mie azioni ma tu non c’eri. Se avessi staccata te da me, non ti avrei visto: saresti stata una sagoma trasparente, vuota e nient’altro. Non ti ho mai conosciuto veramente, non ho mai nemmeno saputo il tuo colore preferito, la tua passione, quello che facevi nel tempo libero.


Benvenuta nella mia mente, terza altra persona, ti ho amato ma non ho mai ricevuto niente in cambio: solo dei no e delle risposte vaghe, talvolta a monosillabi. Ho creduto in te più di quanto tu facessi, ti ho dedicato una parte di me ignota agli altri, ti ho sorriso quando avevi bisogno di calore umano, ti ho parlato, forse troppo, ti ho trattato come se stessi maneggiando me stessa. Eppure, non ti ho dedicato il tempo opportuno, non ti ho dimostrato quello che provavo per te e rimpiango di non averlo fatto.


Eri sempre sul mio stesso pullman, quarta altra persona. Da persona socievole, ti ho anche rivolto la parola una volta, non so se ricordi. La tua voce era calma; mi hai risposto lentamente e a modo. Giorni dopo quell’incontro, non sembravi essere di buon umore. Avrei voluto capire ma non ti ho chiesto niente perché magari potevo risultare invadente. Ti ho persino sentita urlare al telefono; un mio amico mi ha detto che, un altro giorno, hai pianto nel tragitto dalla fermata a scuola ma io continuo sempre solo a salutarti, lasciandoti da sola, come non faccio mai con nessuno.


Noi siamo ancora uniti, quinta altra persona, o perlomeno lo siamo in apparenza. Le nostre sono conversazioni da veri amici, riusciamo a comprenderci al volo. Abbiamo discusso più volte ma ne siamo usciti più forti di prima dagli scontri. Tutt’ora è così ma non riesco più a confidarmi con te. Non è per te: sono io che, da tempo ormai, non ho più fiducia in me.


Giuro, se solo potessi tornare indietro, risolverei tutto. In molti dicono questo, inneggiano quindi ad un ritorno al passato per potersi giustificare dinanzi a qualcuno ma io lo dico a me stessa: voglio questo. Vorrei essere stata coraggiosa, averti ascoltato, averti dato anche solo un abbraccio in più, essermi seduta accanto a te e aver avuto pazienza nel trovare una risposta ai tuoi dubbi, averti detto quello che penso realmente senza nascondermi dietro insulse paure poiché, per paura di perderti, persona, tu davvero sei andata via da me. Ora, cosa ne è di me? Contengo tutti i difetti che prima criticavo in te, ho rimorsi in qualunque momento e i “se” mi attanagliano, facendomi trascinare controvoglia verso un burrone. Ma tu, piuttosto, chi sei? Una, due, tante figure che riempiono la mia vita, nel bene e nel male. Tu, persona, sei ogni altro, sei anche me. Come posso rimediare con gli altri se non ci riesco prima con me stessa? Potrei trascorrere anche il resto della mia vita a crogiolarmi nel risultato dei miei errori ma è certo che non sarebbe cambiato niente nemmeno se fossi potuta tornare indietro. Risolvere un problema annullandolo non è il modo corretto di vivere; da apprezzare, invece, è l’azione di chi, dopo essersi accorto di aver sbagliato, comprende, interiorizza il proprio vissuto e cerca di apprendere dalla propria esperienza di vita: misera o meno che sia, comunque è degna di essere qui citata. Dunque, cosa sto facendo io in questo preciso istante? Proseguo nel mio lamento ma non agisco. Il pensiero sarà pure un dono ma non se ne deve abusare. Riducendo la portata di quest’ultimo, una buona parte dei nostri problemi si risolverebbero più facilmente ed è questa la vera norma da seguire e non quella per cui sfogarsi e basta aiuta. Lo sfogo serve ma non ha effetto se non si considera minimamente la circostanza in cui si è trovata la difficoltà.

Questo è un piccolo testo che ho scritto qualche anno fa, di cui non mi ricordavo affatto. L’ho ritrovato da poco e devo dire che ci sono stati molteplici cambiamenti nel mio modo di scrivere. Questo brano mi ha sorpreso molto, soprattutto perché ricordo perfettamente le persone descritte. Spero possiate apprezzarlo, considerandolo un invito a non tralasciare gli altri, non dando per scontato che il rapporto che avete con loro sia ottimo. Vi saluto calorosamente, a presto!

THE MESS

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30 risposte a "La persona errante"

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  1. Ciao! 🙋‍♀️ Mi è piaciuto tantissimo il testo,e ho trovato anche molti punti (se non tutto) dove mi sono immedesimata. A causa della mia timidezza e della paura di essere derisa,non rivelavo mai i miei sentimenti e mi lasciavo tutto dentro,quante parole non dette sono rimaste celate nell’anima facendomi stare male a causa del rimorso di non averle pronunciate…quest’anno ho deciso di dare una svolta alla mia vita e di rivelare sempre ciò che provo,perché i sentimenti e le parole tenute dentro a forza mi facevano stare peggio,meglio lasciarle libere 😉
    Grazie mille per condividere i tuoi interessantissimi testi,mi fanno sempre riflettere molto!

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    1. Ciaooo! E’ bello risentirti, come sempre (non vorrei essere ripetitiva ma è così)
      Sono felice di averti fatto immedesimare ancora una volta nei miei racconti di vita.
      E mi dispiace che tu abbia dovuto passare tutto ciò a cui accenni ma allo stesso tempo festeggio con te per il cambiamento avuto in quest’anno, complimenti!
      (Non devi ringraziarmi tu, sono io a dover ringraziare te che utilizzi il tuo tempo per leggere ciò che mi frulla nella mente)
      Ah e ho una domanda per te: per caso, tu hai una pagina instagram del tuo blog? Io ne ho una e mi sta davvero rendendo fiera di me. Fammi sapere! A prestissimo!

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          1. Si sta così bene su questa piattaforma,non lo avrei mai immaginato proprio io che sono così avvezza ai social network! 😉😀
            Proprio grazie a voi utenti di WordPress sto superando la mia timidezza e la paura del web,ho pubblicato diversi articoli dove ho spiegato la mia storia,i miei problemi con il bullismo e la timidezza,che avevano causato in me questo blocco che mi faceva tenere dentro tutte le emozioni,ora l’ho quasi superato quel muro e riesco ad esprimermi meglio! 😄

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              1. Grazie mille di cuore!!! 🥰😘 Ho trovato persone meravigliose che hanno subito compreso i miei piccoli crucci,come te e la mia amica di cui ti ho parlato l’altra volta,e tanti altri blogger dalla bontà immensa con i quali ho stretto subito una forte amicizia!
                I tuoi scritti mi hanno aiutata tantissimo lungo il mio percorso da novellina della rete,li leggo sempre per migliorarmi!
                Ringrazio tantissimo il giorno che mi sono iscritta su questa piattaforma! 😄😀

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                  1. 🥰 Leggendo i tuoi articoli ho riflettuto molto sulla mia vita,e prendendoli come punto di riferimento ho saputo mettere a tacere quei piccoli crucci che mi assalgono,sono davvero preziosi per il prossimo,i tuoi testi sono così chiari e ricchi di emozioni,mi rivedo tantissimo nelle tue parole!

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  2. Per quel poco che ci conosciamo, posso dire che sei maturata dal tempo in cui scrivesti questo racconto. Spero proprio che tu non possa mai tornare indietro a cambiare il tuo passato, perché forse saresti una persona diversa… E magari non ci saremmo mai conosciuti, Sorellina 😉

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  3. il racconto in se è molto riflessivo, ci fa comprendere come spesso ci sbagliamo riguardo le persone che pensiamo di conoscere bene. Talvolta offriamo amore a persone che magari non meritano tutto questo, penso che la sensibilità sia un dono, ma che possa anche farci stare male in molte situazioni…

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  4. Bisogna far fluire, lasciare andare chi vuole andare, non sempre c’è qualcosa da risolvere. Il tempo fa capire le cose, ma la cosa più importante è che dovremmo imparare a guardare a noi stessi amerovelmente, anche gli errori.

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    1. Non l’avevo pensato in questo modo, sapendo perfettamente a chi mi riferisco nell’articolo ma, a pensarci, dopo averlo riletto per l’ennesima volta, mi rendo conto che tu hai ragione: tutte quelle persone siamo noi. Grazie!

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