Piccoli desideri

È esperienza comune quella di idealizzare un mondo diverso, in cui la propria vita è opposta a quella che si sta conducendo, in cui ci si potrebbe ricreare da zero ma spesso ci si ferma qui: a pensare, senza rendere possibili i cambiamenti.

Io vorrei vivere in un mondo in cui l’amicizia tra uomo e donna sia considerata al pari di quelle tra persone dello stesso sesso senza dover fare battutine che mettano in imbarazzo gli individui coinvolti, senza doverli scambiare per fidanzati o altro. Se ci pensate anche due ragazze molto unite potrebbero formare una coppia ma perché si pensa a loro prima di tutto come due amiche e nient’altro? Amiche che magari si baciano mostrandolo sui social, sono anche troppo vicine. Eppure nessuno dice niente se si cammina tra ragazze. Esempio diverso è quello che riguarda due ragazzi, i quali possono sembrare agli occhi di tutti come degli amici ma, non appena uno dei due si avvicina un po’ di più all’altro, ecco che li si definisce “gay”, se ci si trova in una città raffinata. Come si potrebbe risolvere questo? Prima di tutto, agendo sugli adolescenti, facendo capire loro che non necessariamente la persona dell’altro sesso dev’essere il proprio ragazzo o la propria ragazza, che non ci dovrebbe essere alcun imbarazzo nel parlare di qualsiasi cosa con una persona del sesso opposto e che, se si è vicini, non necessariamente si deve provare qualche sentimento amoroso, distinguendolo da una semplice amicizia, magari perché qualcuno l’ha fatto notare, ha fatto venire dei dubbi alle persone interessate, che magicamente iniziano a porsi quesiti assurdi a cui spesso la risposta, se negativa, implica un allontanamento.

Io vorrei vivere in un mondo in cui non ci sono individui che hanno paura della scienza, che si rifiutano di vaccinarsi o curarsi (penso ai miei parenti) perché tutto passerà e non è utile affidarsi a queste persone che non si sa cosa mettano dentro le siringhe e cito di sana pianta alcuni discorsi a cui ho avuto la sfortuna di essere partecipe. Queste persone non sono “il male”, “coloro che infettano il mondo” come li si definisce ma semplicemente ignoranti. Se qualcuno li avesse educati a dovere, avesse fatto capire loro quanto la scienza non fosse solo la materia da evitare alle scuole medie ma soprattutto la nostra salvezza, il nostro segno di evolutivo.

Io vorrei vivere in un mondo in cui non sia naturale avere paura di camminare per le strade del proprio quartiere in piena notte, da soli, in cui non sia necessario accendere la torcia, affrettare il passo, chiamare amici o parenti per sentirsi più protetti. Per questo problema la soluzione è semplice: sistemare le strade, avere più controlli da parte delle forze dell’ordine ma soprattutto avere tutti i lampioni funzionanti e sempre. Prima di realizzare progetti per migliorare la città agli occhi dei turisti restaurando palazzi, costruendo parchi o centri di ritrovo, si dovrebbe agire sull’efficacia delle strade che collegano i quartieri tra loro, soprattutto in una città grande come quella in cui vivo io.

Io vorrei vivere in un mondo in cui se sono scollata non devo sentire fischi da uomini vogliosi, in cui se sono uomo e ho l’orecchino non devo essere insultato, in cui se sono un’anziana sola stravagante non devo essere considerata in cerca di attenzione, in cui se alzo la voce in un orario che non è controra non devi rompermi dicendomi che vuoi dormire, in cui se un cane abbaia e il padrone non lo addestra va bene, in cui nessuno può niente contro chi “comanda” in un certo luogo facendo finta che ci siano quartieri a se stanti e non una grande città di cui il governatore è solo uno e a cui, in caso di errori madornali, ci si potrebbe ribellare mandandolo via se solo si volesse.

Io vorrei vivere in un’Italia in cui la propria regione non viene sottovalutata se appartiene al Sud durante tutto l’anno e poi invasa da turisti come se la sua unica utilità fosse quella di contenere gente a convenienza sfruttando mare, ristoranti tipici ed altro. Noi siamo grati della vostra presenza qui, siamo felicissimi che il turismo vada avanti soprattutto in anni difficili come questi ma, alla mia domanda innocente riguardo il momento in cui esibire il Green Pass perché dovevo cercarlo in una borsa gigante delle mie e necessitavo di un appoggio che nel mezzo di una folla inferocita non avevo, non puoi rispondermi con il tuo accento nordico “Al Sud non sanno nemmeno cosa sia il Green Pass, a malapena si vaccinano” e credetemi se vi dico che è successo. Potrei continuare ma meglio interrompere qui questo paragrafo. Dico semplicemente che, se i provvedimenti fossero presi in egual misura tra Nord e Sud, i fondi ripartiti in modo giusto, le persone educate ad una vera unità nazionale senza dover vincere chissà quale gara, andando oltre le proprie industrie, le proprie università private ma anche le specialità del posto, la migliore accoglienza meridionale dovuta alla mentalità e non ad un Nord “lavoratore e basta” (anche alcune persone del Sud dovrebbero abbassare la cresta), andrebbe già decisamente meglio.

Scusate per il piccolo sfogo ma avevo bisogno di mettere tutto questo nero su bianco. In questi giorni ho visto di tutto, avendo avuto la possibilità di uscire di casa e svagarmi un po’. C’è ancora tanto da modificare, ancora tanto su cui ragionare e per cui lottare ma possiamo riuscire a distruggere le catene che talvolta ci tengono legati al “così è sempre stato” senza fare un minimo passo in avanti che conti davvero. Quelli descritti non volevano essere luoghi comuni ma purtroppo documentano la realtà, ciò a cui non sempre  si pensa dal momento che si tende a progredire, ad innovare senza far evolvere quello che c’era già. Creiamo ex novo ma non sempre partiamo dal fondo per farlo.

Spero non abbiate trovato troppo lungo o critico quest’articolo e, se avete altri spunti da proporre, potete confidarvi con me nei commenti. A proposito dei vecchi commenti, se a qualcuno non ho ancora risposto, lo farò a breve (detesto lasciarvi in sospeso):

Vi ringrazio per essere stati pazienti giungendo fin qui. Alla prossima!

THE MESS

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5 risposte a "Piccoli desideri"

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  1. la tua maturità probabilmente va oltre il numero dei tuoi anni, le tue riflessioni sono sentite e profonde, io penso che chiunque vorrebbe vivere in un mondo così, un mondo di giustizia, di parità di diritti , di coscienza umana. Un modo in cui la parola amore debba essere pronunciata senza vergognarsi verso chi viene pronunciata. Ci sono ancora moltissimi passi da fare per raggiungere questa parità sociale, purtroppo l’ottusità di molti non fa crescere questa verità inconfutabile, ma già il fatto di parlarne è un primo passo per una consapevolezza alla quale non possiamo non pensare…👍 Ottimo post 👏👏👏👏

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  2. Al momento vista la situazione globale l’unico cambiamento che ritengo possibile è quello che possiamo fare al nostro interno. Fuori abbiamo veramente poche o nessuna possibilità… sarà triste ma la vedo così

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  3. Una riflessione fortissima che esprime la tua disapprovazione per questo mondo che non va, per questa Italia che non va avanti più a meno che non immaginiamo di spingerla come quando stiamo spingend un’auto rimasta in panne e l’autista al volante grida: “Ok! Sta andando, è tutto a posto!” Il giorno dopo l’auto è da rottamare. Questo è il disappunto che se può aiutarti, è anche il mio, in piccola parte.

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  4. Piccoli desideri, dici?
    Mi sembrano grandi invece e molto giusti!

    Ma forse nemmeno sono desideri. Semmai pretese buone e giuste. Pretese però nel senso buono.

    Temo che l’unica cosa che possiamo fare sia mettere via la rabbia che questo mondo con i suoi abitanti umani, fomentra troppo spesso e dare l’esempio. Scegliere la gentilezza a 360 ° , quella verso sè stessi, persone, animali, piante, ambiente e cose!! Credo che il mondo abbia un disperato bisogno di gentilezza e persone gentili. Diventiamo gentili tutti 🙂 e cn l’esempio, forse, si possono piantare dei semini buoni.

    un abbraccio

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