Volevo solo assomigliarti

Ciao, ti chiedo solo di concentrarti e di leggere attentamente ogni singolo passo, nel rispetto dei temi trattati. Detto questo, ti auguro una buona lettura!

Qualche minuto fa Cassandra mi ha contattato: era in preda alla disperazione più totale. E’ dimagrita ancora, sai? Non ha nient’altro che ossa a far parte del suo corpo, in quanto la sua pelle è sparita a poco a poco, a furia di alternare digiuni ad abbuffate esagerate con conseguenti rigurgiti. Ha perso altri kg ma non si sente ancora bene con se stessa. La taglia dei suoi vestiti diminuisce di mese in mese; il suo volto diventa sempre più scheletrico. L’ultima volta, ho pensato di abbracciarla, di coccolarla un po’ come sono solita fare ma ho avuto seriamente paura. A fermarmi sono state le sue costole in evidenza, che temevo di poter frantumare. Iniziò tutto così. Non consumava nemmeno più di un vero pasto al giorno, mangiava di rado. Poi, quando le veniva fame, qualche cracker, qualche tarallo, un po’ di verdura di tanto in tanto: niente di troppo calorico. Quelle volte in cui le chiedevo di pranzare fuori, tempo fa, mi ha sempre detto che avrebbe preferito mangiare a casa sua con calma e le credevo. Eppure una sera, dopo diversi mesi trascorsi in questo modo, mi invitò a casa sua. Dopo cena, stavo per avviare un film, quando sentii la tavoletta del water abbassarsi, a causa della vicinanza del bagno al salone. “Tutto nella norma”: mi sono detta. Tuttavia, durante il film, Cassandra si è alzata più volte per andare in bagno e, dopo un po’, le ho chiesto se ci fosse qualcosa che non andava, se per caso volesse qualche farmaco per sentirsi meglio. Ad ogni rifiuto, la guardavo intensamente negli occhi e notavo che era sempre più pallida in volto. Dopo quella serata, non mi ha più invitato a casa sua e con il tempo ho capito il motivo. Lei avrebbe voluto starsene da sola con i suoi tristi pensieri ma io non gliel’ho permesso: non mi sembrava il caso. Col passare delle settimane, mi ha rivelato il suo segreto e il suo obiettivo. Ho compreso che non posso convincerla a cambiare idea ma almeno adesso le fa piacere la mia presenza, riesce a sfogarsi con me. Lei sa perfettamente che si fa del male ma pensa che non ci sia alternativa. E’ una così bella ragazza, da togliere il fiato. Sono in tanti a condividere questo pensiero. Invece, ad aver notato le differenze in lei e ad aver parlato chiaramente, sono solo io, come se a nessuno fregasse davvero di lei, aldilà del suo aspetto fisico. Persino i suoi fingono che vada tutto bene, forse perché oberati di lavoro o forse perché non vogliono scaturire reazioni negative da parte della figlia. Lei promette loro tante di quelle cose che poi non mantiene affatto. Una volta mi è parso che la madre volesse darle una mano, parlandole delle conseguenze che ci sarebbero state se lei avesse continuato a mangiare con questi ritmi, eliminando le tracce in bagno come se nessuno in casa potesse davvero rendersene conto. Mi sembrava persino che Cassandra le avesse dato ascolto, dal momento che mi riferì per filo e per segno tutto. E invece mi sbagliavo: è stato solo un momento. Adesso lei sta solo precipitando a picco. La possibilità di rialzarsi ce l’ha eccome: non è troppo tardi. Potrebbe andare in una clinica in cui può essere aiutata come merita, da una psicologa o anche solo ammettere ad alta voce il tutto senza giri di parole ma la scelta non devo farla mica io purtroppo. Posso solo sostenerla, provare a farla ragionare e ricordare tra me e me i vecchi tempi, quando eravamo sorridenti davanti ad una tazza di cioccolata calda, sul divano, quando ci bastava poco per morire dal ridere. Ora non c’è proprio più nulla da ridere ma tutto da morire.

Ginevra è una mia cara amica. Sta con un ragazzo da un annetto e me ne parla sempre bene. Le cose tra loro si stanno intensificando a poco a poco e ne sono felice. C’è solo una questione preoccupante: lei ha paura, ma non di lui. Ha paura di farsi spogliare da mani che non siano le proprie, di farsi vedere in un determinato modo da lui, fragile, indifesa. Ha paura di cedere. Ci si potrebbe chiedere: perché mai? Magari non si fida di lui abbastanza, magari ha dei dubbi? Non proprio: Ginevra ha un passato oscuro alle spalle, un passato sofferente in cui al centro di tutto si trova un altro ragazzo che lei frequentava e con lui una storia che vorrebbe tanto non aver mai vissuto. Non ho mai saputo con esattezza cosa fosse successo e ho preferito non riaprire vecchie ferite, attendendo un passo da parte sua. L’unica cosa certa è che, un giorno, mentre eravamo in chiamata, mi raccontò di averlo lasciato perdere. Così, dal nulla. Ne è trascorso di tempo ma ogni volta che sente il suo nome quasi impazzisce, si spegne in un attimo. Gli occhi le diventano lucidi, si morde il labbro inferiore per tenere a freno le lacrime e incomincia a tremare, nascondendosi le mani all’interno della sua giacca. Io allora la abbraccio ma lei accenna al vento freddo, incolpandolo. E’ una tipa freddolosa, sì, ma ovviamente non è affatto questo il motivo del suo sentirsi male. Malgrado ciò, lei continua a non voler approfondire l’argomento, pur sapendo di potersi fidare ciecamente di me ed io non la forzo. Ci sono certe cose che non si possono spiegare: ognuno ha i propri demoni e, anche se vorrebbe liberarsene, paradossalmente continua a tenerseli dentro, per timore di rivivere le stesse brutte esperienze ancora una volta. A pensarci, l’altro giorno siamo corse in farmacia perché aveva un mal di testa assurdo e un po’ di nausea. Ha voluto comprare a tutti i costi un test di gravidanza. Io le ho detto che era assurdo pensare ad una cosa del genere, sapendo la situazione, ma non ha voluto darmi retta. A detta sua, la sua pancia le si era ingrandita e aveva dei ritardi: aveva paura di aver combinato qualche disastro. Sperando che non nascondesse niente, le ho spiegato che la sua è solo una fissazione, dovuta al particolare condizionamento che il nostro cervello è in grado di causare nei confronti di alcuni organi del corpo. In seguito, mi ha riferito che l’ho decisamente rassicurata e mi ha confermato la sua versione in minima parte. Non so se, tra qualche anno, penserà a tutto questo come ad un brutto periodo o se lo vivrà ancora. Su un aspetto però ci siamo confrontate: per bene: dovrebbe spiegare almeno con lui cosa le è capitato e non per dimenticare ma per poter andare avanti meglio e senza incomprensioni, anche se lei non sa come e quando affrontare l’argomento. Ce la farà senz’altro: credo in lei.

Camilla si guarda intorno e si sente inadeguata. Da quando l’ho conosciuta, è sempre stata così: qualcuno le fa un complimento e lei repentinamente lo accusa di essere un bugiardo. Prova a cambiare continuamente look, gusti, hobbies. Tutto questo per essere apprezzata. Non appena raggiunge un obiettivo in un ambito, eccola che si lamenta di non essere capace in qualcos’altro. Io le ho ripetuto più volte che non può compiere attività che non la gratificano e che è normalissimo non eccellere in qualsiasi settore. Non la si riesce mai a convincere, dati gli elevati standard di riferimento che possiede, date le critiche che le vengono rivolte. Non meriterebbe questo ed altro di altrettanto terribile. D’altronde, rispetto alla totalità dei giudizi altrui, queste persone sono solo una minima parte, a cui non dovrebbe dare ascolto. Per lei, purtroppo, malgrado tutto, contano loro: quelli che le sono sempre contro, che la squadrano dall’altro verso il basso e poi dal basso verso l’alto per finire col deriderla, parlarle alle spalle. Pensava che le cose sarebbero andate meglio cambiando classe, corso, pullman ma la pervade sempre lo stesso identico senso di colpa: costante, quasi a volerle scombinare le carte in gioco, a volerla a terra. In fin dei conti, lo sarebbe, a terra, se non ci fossimo noi con lei, noi che la accettiamo in tutto e per tutto, senza commenti, senza pretese e persino un suo sospiro di sollievo è meraviglioso. Anche lei lo è ma occhio a non dirglielo: potrebbe vederla come un’ennesima presa in giro. Pian piano, le stiamo insegnando come può difendersi, come capire se qualcuno fa sul serio o meno e pare che sia leggermente più tranquilla. Anche solo sapere questo ci basta per poter dormire sereni, anche se non del tutto. Saremmo solo degli insensibili se fossimo come loro, come tutti gli altri.

Questa volta sta a te commentare: non voglio dilungarmi togliendo tempo alle tue riflessioni. Ci tengo a comunicarti solo una cosa: i tre nomi sono stati da me appositamente inventati ma le vicende non lo sono affatto, anzi.

Spero vivamente che tu mi dia un tuo feedback, positivo o negativo che sia.

THE MESS

50 risposte a "Volevo solo assomigliarti"

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  1. Storie tristi, purtroppo vere.
    La sensazione è che il mondo diventa sempre più veloce e interconnesso, ma invece di aiutarci questa cosa ci isola sempre di più dagli altri e ci fa correre senza darci modo di vedere ciò che ci circonda…

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  2. Resto molto colpito da queste storie, soprattutto perché sono vere. Fai bene a rendere noto ciò che molti forse non sanno, che si può fare male anche soltanto con una parola…

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  3. Due pensieri, totalmente distanti l’uno dall’altro:
    1) Le persone con problemi di qualsiasi natura, vanno ascoltate, è vero, ma vanno aiutate ad aiutarsi, e questo lo può fare solo una persona preparata e, l’amicizia, per quando in buona fede, no è sempre la soluzione ideale. A volte, anzi, può risultare un ostacolo, se non è severa quanto serve.
    2) Non è che sei tu porti sfiga? (scherzo, sdrammatizzo… 😘)

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    1. Per quanto riguarda il primo pensiero, penso anch’io che la soluzione migliore sia sempre quella di affidarsi a gente esperta ma, soprattutto nella prima storia, se non prendono l’iniziativa i genitori, non se ne fa nulla. Se poi si è grandi, peggio, perché non si può costringere l’altro a sottoporsi a trattamenti di cui ignora l’utilità. Ecco perché sono sempre più confusa sul da farsi ahah
      Per quanto riguarda il secondo, invece, me lo chiedevo anch’io tempo fa: mi sembrava di attirare ogni tipo di calamità ma poi ho capito che le persone si confidavano con me riguardo tutti i loro problemi proprio perché sapevano della mia enorme pazienza e della mia buona capacità di ascolto (scendo dal piedistallo subitissimo)

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      1. I genitori hanno i mezzi anche se si è grandi, fidati. 😉
        A volte essere buoni genitori significa anche fare scelte difficili.

        Comunque, visto che è stato stabilito (scritto nella forma impersonale, ma chi l’ha stabilito è il sottoscritto 😇) che porti sfiga, non so se passerò ancora da queste parti… 😝😝😝

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  4. storie vere , molto tristi…
    purtroppo in questo mondo si va sempre più veloci e si presta sempre meno attenzione a chi ci sta attorno, poi questo anno così assurdo ci ha allontanato ancora di più , ed ho seriamente paura che non torneremo quelli di prima.

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  5. troppo spesso molte ragazze si sentono inadeguate, non si piacciono e finiscono per rovinarsi la vita con le loro stesse mani. Si dovrebbe sempre capire che la bellezza è un fattore soggettivo, chi ci apprezza ci deve prendere per come siamo, non trasformarci a suo piacere. Chi lo fa vuol dire che non ci ama, queste sono le cose che molte giovani dovrebbero imparare dalla vita….😉

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    1. Purtroppo alcune persone sono facilmente influenzabili, soprattutto in età adolescenziale, soprattutto le ragazze. Tuttavia non sono sempre loro a sbagliare ad affidarsi agli standard oggettivi ma anche gli altri, che costringono queste persone a cambiare senza volerlo davvero.

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      1. si, infatti, è quello che sostenevo, non si dovrebbe mai voler cambiare una persona alla quale si vuole bene, ma accettarla con tutti i suoi difetti. Il vero Amore non impone cambiamenti ,ma comprensione e rispetto, cose che spesso mancano in chi commette queste leggerezze…

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  6. Bonsoir, je découvre votre univers, vos récits, vos visions sur le monde, j’ai beaucoup apprécié le premier commentaire, oui je pense qu’il est impératif de prendre son temps, d’observer et rester attentif à ce qui nous entoure, la slowlife est primordiale pour notre équilibre !!!! Je vous répondrai progressivement en italien, je vous dis à très bientôt, très bonne soirée, Louise Salmone

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  7. Tre storie di donne, estremamente diverse tra loro anche se accomunate da un fattore unico: la fragilità e la conseguente sensazione di inadeguatezza alla vita che stanno vivendo.
    Tutte hanno bisogno di aiuto, sostegno, di supporto. La domanda che dobbiamo porci è: saremo in grado di stare al loro fianco accettandole e amandole così come sono e non come una nostra proiezione?

    I miei complimenti, sono capitata su questo blog quasi per caso sono estremamente stupita. Bellissimo post!
    Ti seguo con piacere.
    Alla prossima,
    Vicky

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    1. Ciao Vicky, sei una persona molto profonda, complimenti! Grazie mille per tutte le parole spese, in particolar modo per i complimenti.
      Per quanto riguarda la domanda da te posta, spero solo che la risposta, per quanto difficile possa essere da fornire, non sia mai una negazione. Tu, piuttosto, come l’hai intesa?

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  8. L’ho intesa in senso positivo, ovviamente, perché ho considerato da parte mia almeno la buona volontà e il senso di empatia, di estrema vicinanza a tutte e tre in modi diversi. Sempre comunque con delicatezza e discrezione.
    Ogni persona per me è un tempio sacro da non violare, in cui entrare a piedi scalzi senza pregiudizi.

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            1. L’ho scritto alla fine dell’articolo, come sempre. Comunque non preoccuparti, ti sarà sfuggito: sono THE MESS. Gli altri autori non sono molto attivi sul blog, quindi la maggior parte delle volte sono io che parlo, quando si tratta di vita privata, di storie o quando vengono espressi dei pareri su qualcosa.

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  9. Sono felice che tu mi abbia permesso di conoscerti/conoscere i tuoi scritti. In questo mondo dove siamo tutti collegati (e stare collegati con la tecnologia è così facile) paradossalmente siamo tutti più soli. C’è sempre uno schermo tra noi, metafora delle barriere emotive, sociali etc che continuano a dividere, allontanare, isolare. Sono davvero contenta di conoscerti. Grazie.

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  10. Ciao, questo è decisamente un bell’incontro. Felice di conoscerti attraverso le tue parole. Nel merito, racconti tristi ma storie vere, che vanno raccontate perché riusciamo a cambiare atteggiamento: comprendere per aiutare, segnalare per aiutare ad aiutarsi, avvicinare ed avvicinarsi per comprendere e comprendersi. Grazie.

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    1. Ciao, ti ringrazio immensamente per il tuo commento e per avermi dato il tuo parere. Mi rendo conto che non una ma ben tre storie di fila abbastanza tragiche siano pesanti da reggere, per questo sono entusiasta che tu le abbia apprezzate.
      Io credo che non ci sia niente di male nel chiedere aiuto a qualcuno o nel darlo: non c’è da vergognarsi mica ma purtroppo a volte lo si fa, che sia per orgoglio o per paura.

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