Problemi inesistenti o quasi

Continuavo a sguazzare nello stesso liquido poco salubre, costituito da un ammasso di sputi che pensavo di aver confinato nei vari piatti in cui ho mangiato in passato, senza però accorgermi che stavano per averla vinta loro su di me. Ho ideato edifici impressionanti, degni di essere fotografati da tutte le angolazioni, che si elevavano al cielo quasi sfidandolo. Ho fatto ciò al fine di trattenere le mie paranoie in un posto sicuro, della cui porta d’ingresso poter gettare la chiave ma mi sono accorta, forse tardi, che quelle strutture non erano che immensi castelli di sabbia, innumerevoli case di carta accatastate l’una sull’altra, rovina su rovina, luoghi che si sono rivelati nascondigli peggiori persino delle mie membra. Ho tentato di rimediare all’errore ingrato commesso, provando a recuperare le mie ansie prima che si diffondessero per le strade, un po’ come quei nuvoloni assurdi degni dei sortilegi proposti fino allo sfinimento nella serie tv Once Upon A Time. Mi sono così armata di un cestino in formato gigante e ho cominciato a vagare alla ricerca di elementi in mio possesso da levare dalle mani della gente per poterli riporre nel suddetto contenitore. Tuttavia, con il tempo ci sono finita io stessa in quel cestino, in trappola. Sono stata io a mettermici nel momento in cui, guardandomi allo specchio, non ho provato nulla se non rabbia, tanta tanta rabbia nei confronti di quella persona controversa che mi era di fronte. Mi sono dimenata più del sensato e fortunatamente sono riuscita a fuggire via da quel tunnel incredibilmente lungo. Più di una volta ho rivisto la luce, ho ringraziato il salvatore di turno e ho ripreso la caccia all’impurità. E sono ricaduta nel recipiente, ancora e ancora. Il ciclo non sembrava avere una fine. Avrei dovuto confrontarmi con qualcuno con più esperienza, magari senza presentarmi con tanti dubbi alla volta. Solo che non ho avuto il coraggio e ho ricominciato a distruggere e a distruggermi, questa volta senza un vero scopo, senza nemmeno desiderarlo. Eppure, riflettendoci meglio, il senso c’era. Avrei voluto far sparire ogni traccia di ciò che mi circondava per evitare che le situazioni si evolvessero, che le persone cambiassero in peggio, che tutto mutasse.

Ero terrorizzata dall’idea dell’incontrollabile, dell’imprevedibile.

La mia ansia era solo una, quella appena descritta, ma mi stava impedendo di vivere come meritavo. Adesso io dico a tutti voi lì presenti: quando percepite che qualcosa sta cambiando intorno a voi, provate a cercare il lato positivo, ad immaginare che quelle novità in parte nascondano dei sentimenti positivi ancora da sperimentare. Non ha senso tediarsi per far rimanere tutto esattamente com’è. Pensate all’universo che fisicamente si espande: dovrebbe farlo anche la nostra testa. Prima di giudicare, controlliamo che le nostre non siano solo congetture infondate, diamo una possibilità al nuovo e non pentiamoci subito di qualcosa che dapprima ci sembra assurda. Vi lascio con questo messaggio, nella speranza che non ricadiate ancora vittime delle vostre paranoie, come ha fatto l’io di questo articolo, che mi rispecchia  ma fortunatamente solo per la prima parte. Il resto del “racconto”, concedetemi di chiamarlo in tal modo, deriva da quello che miei coetanei affermano facendo uscire dalle loro bocche solo delle mere accuse a se stessi, accuse che non meritano di ricevere e di riconoscere come destinate a loro. Amatevi, fatelo davvero: almeno di questo non pentitevi.

THE MESS

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32 risposte a "Problemi inesistenti o quasi"

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              1. Allora: il vecchio blog è stato chiuso a metà agosto e questo riaperto 2 settimane dopo, circa.
                Il nome che usavo fino a 10 giorni fa era “Scribacchino” e quindi non mi avresti trovato col mio nome vero 😉

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                    1. Che l’atteggiamento che hai inziato ad adottare è quello che ritengo migliore. Poi la rabbia e la paura non sono cose negative di per sé, ma semplici campanelli d’allarme da tenere ben monitorati e da ascoltare.
                      Ma credo tu sia abbastanza matura da averlo già capito.

                      Sono orgoglioso di te, sorellina! 😉

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  1. dovremmo sempre mettere la capacità di riflettere prima di giudicare di fronte ad ogni cosa. Questa è una forma di saggezza, e ne trovo molta nei tuoi pensieri, nel tuo modo di vedere la vita, in questo sei speciale… 😉

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  2. Condivido pienamente questa tua frase: “Adesso io dico a tutti voi lì presenti: quando percepite che qualcosa sta cambiando intorno a voi, provate a cercare il lato positivo, ad immaginare che quelle novità in parte nascondano dei sentimenti positivi ancora da sperimentare.” E’ fondamentale per migliorare e per vivere meglio. Ciò che era e i ricordi, non vanno dimenticati (e qui si aprirebbe un altro post…) ma devono rimanere tali, perché il presente è un continuo divenire.

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