Con furore chiudo la porta d’ingresso. Mi accascio sul pavimento gelido, con le spalle poggiate al muro sulla sinistra, rispetto alla mia prospettiva. Permetto alle lacrime di riversarsi come un fiume in piena, fino a raggiungere il mento, per poi smarrirle inevitabilmente. Con un gesto quasi impercettibile a causa della sua breve durata, cingo con le mani le cosce, circondandole entrambe. Trascino distrattamente il capo all’indietro e provo a respirare piano, alternando inspirazioni ed espirazioni come mi è stato insegnato, in modo da scongiurare ogni possibile traccia di un futuro crollo emotivo. Socchiudo gli occhi e invoco la mia pazienza. Così scavo alla rinfusa nella mia mente, immergendomi nella baraonda dei pensieri, per trovarne uno perlomeno confortante. Tuttavia, ben presto odo dei tonfi: la testa che scoppia fortissima. Dovrei alzarmi ed andare alla ricerca di un’aspirina ma non ne ho le forze. Desidererei urlare ma non voglio allarmare alcun vicino di casa. Malgrado adesso io sia sola, al buio, in una casa che non so fino a che punto mi appartenga, sento delle voci, voci di gente che sembra avvicinarsi sempre più a me. Un brivido di paura mi scuote le membra e per poco non balzo in aria. Non riuscirò ancora a lungo a contenermi. Percepisco l’aria intorno a me farsi pesante e mi ritrovo le palpebre che chiedono venia, la fronte madida di sudore. Sconfortata, striscio verso la mia stanza servendomi delle ultime energie rimaste ma non tardo a capire che non ho più via di scampo. La prigione del mio corpo mi sta tendendo infinite trappole e neppure la mente più astuta sarà in grado di porre fine alla sua condanna immotivata. Non soccombere. Dovrei dare ascolto a quella mente che ho trascurato per troppo tempo, dando importanza solamente al cuore, il che mi ha trascinato in un baratro. Santa corteccia prefrontale, il ragionamento è essenziale, l’apprendimento da esperienze passate anche. Pur essendo a conoscenza di questo, non ho esitato un istante ad affidarmi al cuore, macchiandolo irreversibilmente o quasi. Mai compiere una scelta finalizzata ad un entusiasmo provvisorio: meglio privarsi di gioie adesso e stare bene in futuro, sì lontano ma duraturo.
THE MESS
felicità catastematica…
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il senso di angoscia è vivo in questa tua toccante narrazione, momenti che nessuno vorrebbe mai provare, ma che spesso ci piombano addosso, proprio per questa nostra voglia di soddisfare le nostre emozioni istantanee. Spesso dovremmo cercare di pensare al nostro lontano futuro, privandoci di scelte dettate dall’impulso del momento, anche se questo spesso non è facile….
Un caro abbraccio… 😉
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Ciao, grazie per aver letto anche quest’articolo, sei davvero molto caro.
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Ciao The Mess. Mi sono soffermata su questa parte: “Dovrei dare ascolto a quella mente che ho trascurato per troppo tempo, dando importanza solamente al cuore, il che mi ha trascinato in un baratro.” Da sempre anche io combattuta tra la ragione e il cuore, conosco bene il tuo dilemma e la tua sofferenza
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Ciao, mi fa piacere sapere che tu che comprendi a pieno il mio stato d’animo.
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Lo comprendo e lo ripercorro ciclicamente. Talvolta mi pare di essere in un tunnel buio senza via d’uscita. Poi pian piano mi accorgo che un po’ di luce compare e vedo visi amici al mio fianco reggere una candela con una mano e l’altro braccio sollevato indicarmi col dito un punto lontano in fondo al tunnel. Mi indicano un puntino luminoso, è la via d’uscita. Dobbiamo solo alzare lo sguardo. Ti sono vicina, tengo accesa una candela per te. ❤️
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La via d’uscita è sempre più vicina di quella che sembra: abbiamo solo bisogno di qualcuno che ci aiuti a trovarla, senza alcuna fretta.
Ti ringrazio, condivido la candela.
(che carina)
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È vero, senza fretta. Grazie anche a te per la candela 😊❤️
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Hai disegnato a parole una scena noir.
Puoi continuare se vuoi perchè secondo me ci sono molte cose ancora da scrivere.
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Sì, è una scena noir a tutti gli effetti.
Vedrò un po’ se continuare o meno: dipende da come mi gira ahahah
Comunque, da cosa capisci che ci sono ancora cose da raccontare?
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“La prigione del mio corpo mi sta tendendo infinite trappole e neppure la mente più astuta sarà in grado di porre fine alla sua condanna immotivata. Non soccombere.”
Ho tratto da questo paragrafo alcune proposte per continuare. Esempio: arricchire con una scena noir l’ambiente nel quale ti trovi. Coinvolgendo magari non solo te stessa, ma qualcun’altro o qualcosa di altro… che sta accando a te..
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Grazie mille per i consigli 😉
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