Smarrirsi

Mi è capitato più volte di perdermi nel bel mezzo di una via e di non capire perché ma soprattutto come fossi arrivata fin lì. In piccolo, l’esempio potrebbe essere slittato in relazione alla nostra casa, a quando abbiamo qualcosa da prendere ma non si sa per quale motivo afferriamo un altro oggetto a caso, in preda ai nostri pensieri. Chiamiamola distrazione, chiamiamola come vogliamo, fatto sta che, in ogni caso, nelle situazioni descritte, siamo assenti ma non per nostra scelta: anche un solo rumore, un colore possono influenzare la nostra mente, pervadendo le azioni eseguite di ricordi o di considerazioni a riguardo.

Dall’esterno la magia non è percepibile: si nota solo una persona con gli occhi fissi nel vuoto, che lascia alle sue gambe il potere di guidarla ovunque esse desiderino.

Io ritengo che mai nessuna circostanza si possa comprendere del tutto quando non siamo noi a viverla. Infatti, per farvi un esempio, quello che viene comunemente etichettato come “mal di testa” può farci soffrire talmente tanto da far mutare il nostro umore all’improvviso; l’intera giornata potrebbe essere rovinata in un batter d’occhio… e chi l’ha deciso, chi l’ha voluto? Non di certo noi, o meglio potrebbe esserci dietro quel determinato dolore qualche fattore derivante dalle nostre abitudini errate ma il più delle volte non è così.

Possiamo prendere tutti i farmaci esistenti come rimedio ma, anche se la sofferenza dovesse acquietarsi dopo poco tempo, ormai il brutto c’è stato e non ce lo leveremo dalla testa finché non ci distrarremo nuovamente. Ecco, le distrazioni fanno parte della nostra vita quotidiana. Quando abbiamo un pensiero fisso o siamo giù per qualche ragione e lo riveliamo agli altri, ci dicono spesso di non pensarci ovvero ci consigliano di distrarci. A volte, si svolgono sport o attività di qualunque altro tipo (indovinate un po’) per disperdere la propria attenzione. Succede anche che si tralasci quanto faceva palpitare il proprio cuore per non pensare ad una situazione avvenuta, che è evidentemente collegata a quello che si sta allontanando.

A differenza dei casi riportati precedentemente, talvolta scegliamo noi di non essere concentrati, di non affrontare la situazione. Questa fuga dal mondo circostante potrebbe anche farci stare benissimo ma evitare per un’ora una situazione che, se non vissuta al momento, comunque ci ritornerà in mente non è un bene, anzi. E non parlo di quando qualcuno, malauguratamente, si ammala e purtroppo è difficile porre rimedio alla malattia di cui si soffre. Non parlo nemmeno di famiglie a pezzi per discussioni oltre cui non si può far nulla, di assenze, di violenza subita. No, mi riferisco a casi molto più vicini alla vita di ogni giorno o che comunque hanno un risvolto in essa. Riguardo a questo, non ha senso gettare nel cassonetto vecchi regali, archiviare le foto sui social con il proprio ex amato, fare una brutta pubblicità a qualcuno, piangere e basta per paura di agire.

E’ vero, lottare può far male, ne si esce anche peggio di prima talvolta, le conseguenze legate al nostro rapporto con gli altri potrebbero essere drastiche ma non ditemi che non avete mai pensato che, se non avessimo detto questo o quell’altro, se non avessimo reagito in un modo particolare, se avessimo continuato ad andare avanti nella scelta scolastica, nella vita di coppia, sarebbe andata diversamente.

Il rimpianto è peggiore di ogni conseguenza possibile, che sia derivante dalla lotta strenuante. Le cicatrici sono ben migliori di mille “forse”, ci segnano e ci ricordano di chi siamo, ci fanno sentire fieri dell’anima determinata che regna nel nostro corpo.

La vera forza non è quella che ci fa vivere come se non avessimo mai passato un brutto momento ma è quella grazie a cui possiamo dire con orgoglio che ce l’abbiamo fatta o magari, perché no, che abbiamo fallito ma provandoci davvero. Benché sfogarsi faccia bene, evitiamo le lacrime se possibile.

Perché dovremmo rigare i nostri volti se potremmo benissimo evitare di farlo?

Ciao a tutti! Questo articolo, a differenza degli altri, non possiede un tema specifico: è una digressione che potrebbe disorientare per il passaggio rapido da un argomento ad un altro o per l’esistenza di alcune affermazioni molto contraddittorie tra loro. Questo è ciò che la mia mente produce di notte. Fatemi sapere cosa ne pensate, lasciandomi un commento qui sotto e vi auguro un buon proseguimento di giornata. Vi abbraccio.

THE MESS

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19 risposte a "Smarrirsi"

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  1. Ci sono stati giorni in cui dovunque posassi lo sguardo o qualunque osservazione udissi provavo il dolore di ricordi che graffiavano. Oggi in queste ore non c’è e sto bene. Ma come por rimedio a quella sensazione amcora non so. Forse il tempo o la vita stessa… Fortunatamente ci è dato l’oblio

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  2. A me capita alla guida, a volte passo da un punto a un punto b senza alcuna memoria di quello che c’è stato in mezzo. Io lo chiamo “il pilota automatico”. Dici che è pericoloso?

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    1. Sisi infatti, sarebbe meglio essere concentrati e, come ho scritto, a volte, distrarsi non serve a niente e ci procura solo del dolore ma, altre volte, invece, la situazione di mezzo potrebbe esserci utile.
      Personalmente non conoscevo l’autore e l’opera, andrò ad informarmi. Ringrazio te (e la tua auto ahahah).

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  3. spesso lasciarsi trasportare dal nostro istinto ci permette di avere visioni differenti della realtà quotidiana che ci circonda, il famoso destino di cui spesso si parla, in parte può essere dettato anche da queste situazioni occasionali, da questo vagare fra pensieri e realtà…😉

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  4. La distrazione e il dolore sono due tipi di smarrimento diversi, ma che distolgono in entrambi i casi lo sguardo dalla realtà. La verità interiore ci sta sempre davanti agli occhi, al punto da farci confondere su dove abbiamo poggiato gli occhiali l’ultima volta o se vogliamo ancora bene alla tale persona. Un grande passo avanti sarebbe riuscire a vedere principalmente la verità esteriore e solo tramite i fatti, ciò che è concreto, esplorare la nostra verità interiore.

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